Cosa si intende per Via della Seta tra Italia e Cina? Il significato del termine e la sua evoluzione

 

Dei mercanti su cammelli nel deserto, un'immagine della Via della Seta che univa Italia e Cina.

Dei Mercanti su cammelli nel deserto. | Photo Credit: lwtt93 per VisualHunt / CC BY.

 

Con Via della Seta si intende quell’insieme di itinerari terrestri, marittimi e fluviali che permisero i commerci tra l’Oriente e l’Occidente all’epoca dell’impero romano.

Un percorso intricato e lunghissimo che copriva un totale di 8.000 chilometri.

Recentemente il termine è tornato in voga per descrivere gli accordi del 2019 tra presi da Italia e Cina in merito alla cosiddetta Belt and Road Initiative (Bri), definita la Nuova via della Seta.

Ma partiamo dall’origine e scopriamo il valore che questa rete commerciale ha avuto nel tempo per i diversi Paesi e regni coinvolti.


 

Cosa significa “Via della Seta”

 

Abbiamo detto che il termine indica:

“... quell’insieme di percorsi carovanieri e rotte commerciali che congiungeva l’Asia orientale, e in particolare la Cina, al Vicino Oriente e al bacino del Mediterraneo”

Treccani, dizionario di Storia

 

L’espressione Indica quindi gli intensi traffici e gli scambi culturali che avvennero tra l’impero cinese e quello romano a partire dal I secolo a.C. Scambi che proseguirono nelle epoche successive seguendo diversi percorsi.

Il termine è però stato introdotto solo recentemente: venne infatti coniato dello studioso tedesco F. von Richtofen che parlò per la prima volta di Seidenstrassen.

In passato dunque, i commercianti non nominavano questa complessa e importante rotta commerciale come facciamo noi oggi.

 

I percorsi dell’Antica Via della Seta

 

Ma quali percorsi seguiva l’Antica Via della Seta?

Le strade per giungere da Roma alla capitale dell’impero cinese e viceversa erano differenti. 

Infatti, una volta superati i passi montani del Pamir, i commerci si diramavano per diverse direzioni:

  • Verso l’India;
  • verso l’altopiano dell’Iran e ai bacini dei fiumi Tigri ed Eufrate;
  • verso l’oasi di Dunhuang per poi dividersi i altri due itinerari, uno passante a nord del bacino del Tarim e del deserto di Taklimakan e l’altro a sud, che si riunivano a Kashgar.

Chiaro per quanto riguardava i collegamenti terrestri, e per quanto riguardava le tratte fluviali o marittime?

I più percorsi erano i fiumi Oxus, Lassarte e un altro fiume che collegava il lago d’Aral al Mar Caspio e che giungeva alla città di Saraj (presso l’odierna Volgograd).

Per quanto riguarda la via marittima, questa partiva dalla Cina settentrionale e raggiungeva la parte meridionale del Paese per poi proseguire passando per diversi territori tra cui quelli del Vietnam, dello Sri Lanka, dell’India, dell’Iran, dell’Iraq, dell’Egitto e dell’Italia.

In ogni caso nel corso del tempo i rapporti commerciali tra Oriente e Occidente si dissolsero, ma la Via della Seta fu battuta fino al XIV secolo.

Durante questo secolo il forte impero mongolo aveva dato una certa stabilità ai moltissimi territori percorsi dalla rotta commerciale.

Tuttavia, con la fine del potere della Mongolia e la chiusura con cui la Cina aveva reagito dopo la cacciata della dinastia mongola Yuan, le rotte commerciali persero il loro importante ruolo di scambio anche culturale.

Oggi è possibile anche visitare i luoghi della Cina toccati da queste tratte in una visita nella Repubblica Popolare Cinese. 

Anzi, si potrebbe organizzare una vacanza solo per ripercorrerli. E se ti chiedi cosa puoi visitare in Cina, ti rimandiamo a un nostro articolo sulle 14 meraviglie di questo Paese.

 

Possibile immagine dell'Oasi di Dunhuang, antica tappa della Via della Seta che collegava Italia e Cina.

Foto di un'oasi neld eserto simile all'Oasi di Dunhuang, antica tappa della Via della Seta che collegava Italia e Cina. | Photo Credit: lwtt93 per VisualHunt / CC BY.

 

Cos’è la Nuova via della Seta?

 

La Nuova via della Seta è un progetto internazionale e strategico organizzato dalla Repubblica Popolare Cinese e annunciato dal presidente Xi Jinping nel settembre del 2013.

Con questo progetto si vuol dare nuova vita ai Percorsi della Via della Seta, marittimi e terrestri, e formare una cintura di Paesi collegati da rapporti commerciali e accordi bilaterali.

Tale progetto è anche noto con le sigle BRI, Belt and Road Initiative, o OBOR, One belt, one road, ”una cintura una via”.

 

La mappa dei percorsi tra Italia e Cina

 

Secondo questo disegno verrebbero a formarsi due percorsi commerciali molto importanti, noti come:

  • Maritime Silk Road Initiative;
  • Silk Road Economic Belt.

Entrambi vedrebbero come punto nevralgico in Europa la città di Venezia.

La via “marittima” passerebbe per l’arcipelago indonesiano per poi risalire la penisola indiana fino a Kolkata e in seguito ritornare verso il sud dell’India, nello Sri Lanka. 

A quel punto attraverserebbe l’Oceano indiano raggiungendo Nairobi e poi risalirebbe verso il mediterraneo attraverso il Mar Rosso fino ad Atene e Venezia.

La via “terrestre” passerebbe per la Cina settentrionale raggiungendo Biškek in Kirghizistan, per poi proseguire verso Teheran e Istanbul. 

In seguito procederebbe a nord verso Mosca e poi raggiungerebbe l’Europa e in particolare le città di Rotterdam e Venezia.

 

I recenti accordi tra Italia e Cina, il patto tra i due Stati

 

Dopo la visita del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping in Italia nel 2019, anche il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, avrebbe dovuto far visita alla Cina. 

L’epidemia globale, il lockdown, e tutte le sue conseguenze hanno cambiato un po’ i piani.

Tuttavia nel Memorandum of Understanding firmato nel 2019 erano compresi ben 29 accordi per un totale di 7 miliardi di € comprendenti imprese italiane private e istituzionali, da start up innovative a ecommerce.

Gli accordi coinvolgono poi diversi settori come le infrastrutture, l’energia, i trasporti e la finanza. Si è discusso infatti anche di Panda Bond, delle obbligazioni per raccogliere capitali da investitori istituzionali cinesi utili a finanziare le imprese italiane.

Tra gli altri accordi ve ne poi è anche uno che prevede la restituzione di ben 796 reperti archeologici alla Cina, a riprova che gli accordi coinvolgono anche la sfera culturale.

In questo contesto bisogna ricordare la proposta di collegamento tra Europa e Asia dell’Unione Europea avanzata a settembre 2018 e approvata dal Consiglio in meno di un mese: l’Ue infatti preferirebbe evitare singoli accordi bilaterali tra la Cina e i diversi Paesi europei.

Per l’Unione Europea la via più utile da percorrere sono accordi condivisi dall’Unione a 27.

 


 

Lo scenario è complesso e in continua evoluzione ma sono state ormai avviate contrattazioni con l’intento di allestire una nuova e vitale Via della Seta.

Non è ancora chiaro quali accordi prevederà tale contrattazione, ma la strada sembra tracciata.