Viaggiare tranquilli in Israele. Cosa non si può portare

 

 

Israele è ormai una meta molto battuta e frequentata dai turisti europei. E il motivo di una simile scelta è facilmente comprensibile: si tratta di una terra piena di splendide cose da vedere ma anche estremamente ambivalente nella sua netta suddivisione fra territori rurali e desertici e moderne metropoli avanguardistiche. Pur essendo un paese sostanzialmente sicuro, in cui le autorità locali riescono comunque a mantenere una situazione protettiva costantemente fluida e in continua evoluzione, questa ambivalenza, purtroppo, è storicamente motivo di contrasti interni che costringono le autorità stesse a fare molta attenzione e operare scrupolosi controlli presso aeroporti e altri punti di accesso per l'ingresso nel paese. Per questo motivo, una prima informazione utile da fornire ai viaggiatori desiderosi di trascorrere una vacanza in Israele non può che essere questa: cosa non si può portare in Israele.

Al momento della partenza per Israele, le autorità tendono a fare molta attenzione al possesso di mezzi elettronici come, ad esempio, computer, macchine fotografiche o telefonini, avendo anche la facoltà di sequestrare tali apparecchi in caso di sospetto. Generalmente, questi oggetti vengono scrupolosamente controllati e poi lasciati imbarcare come bagaglio sullo stesso volo; altre volte, invece, vengono spediti al proprietario tramite voli successivi. Le autorità israeliane hanno anche la facoltà di chiedere ai viaggiatori le password di account e-mail privati e social network per delle verifiche sui dispositivi tecnologici dei viaggiatori. In caso di rifiuto, si può essere respinti.

Per quanto riguarda, invece, cosa non si può assolutamente portare in Israele, ecco un elenco all'interno del quale, per completezza di informazione, compaiono elementi di sicuro respingimento da parte delle autorità israeliane al fianco, però, di altre voci apparentemente di poco conto:

  • merci ritenute indecenti e offensive e materiale che può incitare alla violenza;

  • soldi falsi e documenti falsificati;

  • tagliandi o materiale promozionale per lotterie o giochi d'azzardo per trasportare i quali non si dispone di un permesso;

  • certificati o fatture risultanti false o contraffatte;

  • coltelli di qualunque tipo;

  • tachimetri laser;

  • sacchi per confezionare vegetali;

  • materiali infiammabili;

  • animali pericolosi;

  • merci considerate come utili alla preparazione di droghe.

Animali non considerati pericolosi come gatti, cani, conigli, uccelli o roditori (per un massimo di due) possono entrare solo se in possesso di un permesso di importazione veterinaria con allegato un certificato sanitario veterinario rilasciato dal paese di origine entro i 7 giorni precedenti all'esportazione. Il certificato, oltre al buono stato di salute dell'animale, deve garantire che lo stesso è stato il possesso del proprietario nel corso di almeno 90 giorni prima della partenza. A tutto questo va allegato anche un certificato internazionale di vaccinazione. Cani e gatti non sono ammessi se di età inferiore a tre anni.

Non è consentito, invece, importare scimmie in Israele.

Non è permesso, inoltre, portare con sé bevande alcoliche in quantità superiore 1 litro (2 litri per vino), profumi per più di 1 litro e oltre 250 grammi di tabacco a persona.

 

 

Sicurezza e controlli: quali domande vengono poste all'aeroporto 

 

Oltre al dovere di richiedere ai viaggiatori un passaporto con almeno sei mesi di validità residua al momento dell'ingresso nel paese (il visto d'ingresso non è obbligatorio se la permanenza non supera i 90 giorni; serve, invece, il visto “Judea e Samaria only” per accedere ai territori palestinesi), le autorità di sicurezza dell'aeroporto, se lo ritengono necessario, hanno la facoltà di mettere in atto procedure di controllo individuali estremamente lunghe e tortuose.

In primo luogo, può capitare di essere interpellati da addetti alla sicurezza dando inizio ad una vera e propria sequenza di domande a cui bisogna obbligatoriamente rispondere.

Oltre a chiedere in quale città si sta andando e qual è il motivo del proprio viaggio, gli addetti alla sicurezza possono prelevare il passaporto per poi passare a fare domande riguardanti la durata del viaggio ma anche – cosa apparentemente strana ma, in realtà, sensata secondo le dinamiche di controllo israeliane – il nome dei vostri cari e il motivo per cui, invece, i vostri genitori vi hanno assegnato un determinato nome di battesimo.

Questo, sostanzialmente, allo scopo di mettere alla prova il viaggiatore per testarne l'eventuale reazione e capire se il diretto interessato sta mentendo. Ecco perché è molto importante non agitarsi come anche non rimanere stupiti delle domande ricevute per non destare ingiusti sospetti.

A questo punto, si possono verificare due cose: gli addetti alla sicurezza restituiscono il passaporto al viaggiatore e lo salutano augurando buon viaggio, oppure decidono di proseguire questa specie di interrogatorio.

Nel caso in cui si verificasse questa seconda opzione (il più delle volte se le autorità vedono sul passaporto visti di ingresso in paesi musulmani), le domande poste al viaggiatore si farebbero molto più stringenti. Verrebbe chiesto, infatti, se si ha un qualunque tipo di legame con cittadini palestinesi, il motivo per cui si è scelto in passato di visitare paesi musulmani o se si hanno amici in quelle zone, fino a domande riguardanti chi ha preparato il vostro bagaglio, se questo è stato sempre a portata di mano e se contiene oggetti da regalare o consegnare una volta arrivati in Israele (il timore, in questo caso, riguarda la possibilità che qualcuno abbia manomesso il bagaglio per inserire esplosivi).

Alla fine di questo interrogatorio, il viaggiatore riceverà in assegnazione un numero identificativo da 1 a 6. Il numero 1 contrassegna il passeggero come assolutamente innocuo, mentre il 6 denota un altissimo tasso di sospetto di pericolosità (che può diventare 6T in casi estremi, al cospetto del quale si viene etichettati come una seria minaccia per Israele). Tuttavia, non bisogna allarmarsi se si riceve un 3, perché i primi due numeri vengono solitamente assegnati a cittadini israeliani in rientro o diplomatici. Questi numeri sono indicati su un'etichetta gialla (nel codice a barre la cifra interessata è la prima) che viene apposta sul retro del passaporto e su ogni bagaglio per indicare ai successivi controlli quanto scrupolo mantenere e quanta pressione fare sul diretto interessato.

Può capitare, infatti, di ricevere un numero come 5 o 6 ed essere costretti a seguire le autorità in uno stanzino all'interno del quale verrà chiesto di togliere giacca e scarpe, che verranno portate via per controlli approfonditi. Finita la procedura, una guardia accompagna il passeggero nel corso di tutti i successivi controlli.

In base a tutte queste informazioni, dunque, è comprensibile come sia più che necessario arrivare in aeroporto almeno tre ore prima della partenza.

In caso di necessità, l'Ambasciata italiana in Israele si trova a Tel Aviv presso il Trade Tower Building, 25 Hamered Street, 21° piano, 68125. I contatti sono:

 

Visitare Gerusalemme è pericoloso? 

 

Oltre a Tel Aviv, capitale di Israele e meta prediletta dai turisti specialmente europei, Gerusalemme è sicuramente una destinazione altrettanto ambita e battuta. In molti, però, si chiedono se visitare Gerusalemme possa essere in qualche modo pericoloso, vista la sua posizione in territori non del tutto pacifici.

Visitare Gerusalemme, in realtà, non è pericoloso perché la situazione politica è generalmente stabile, condizione che, soprattutto negli ultimi anni, ha contrinuito ad aumentarele visite presso la Città Santa.

Va da sé, ovviamente, che situazioni di rischi possono verificarsi all'insorgere di periodi di particolare tensione, ma non si tratta comunque di un luogo dove poter correre particolari rischi per la propria incolumità fisica. Ben altra cosa, infatti, è un passaggio in Cisgiordania o presso la Striscia di Gaza, dove invece le tensioni sono sempre alte.

 

Cosa conviene comprare in Israele 

 

Ma cambiamo un attimo argomento e proviamo a pensare, invece, cosa possiamo comprare come souvenir da regalare ad amici e parenti al rientro dal nostro viaggio in Israele.

Una prima idea bella o quantomeno caratteristica potrebbe essere quella di godersi le zone del Mar Morto e fare scorta di prodotti cosmetici realizzati a base di fanghi salini prelevati dalle sue acque.

A Tel Aviv, invece, sono talmente tanti i negozi e i centri commerciali da destare solo l'imbarazzo della scelta. Potrebbe essere interessante optare per capi di abbigliamento alla moda prodotti da stilisti locali, come anche elementi ben più tradizionali come il kippah (il tipico copricapo utilizzato dagli ebrei maschi nei luoghi di culto) o lo shtreimel (il cappello di pelo indossato da molti sposi uomini ebrei haredi).

 

In Terra Santa 

 

Da un viaggio in Terra Santa, invece, non si può non tornare con almeno qualche splendido libro sacro realizzato secondo materiali e metodi diversi.

Meravigliosa, ad esempio, è la Torah scritta in lingua yiddish e reperibile a prezzi anche economici. Bellissime, però, sono anche le Bibbie scritte in ebraico antico, vera e propria rarità in territorio europeo.

Gerusalemme, di per sé, è una città piena anche di negozi tipici all'interno dei quali trovare borse, oggetti di antiquariato locale, spezie, scatole con scritte mediorientali, ceramiche bianche o blu con decorazioni che richiamano i luoghi sacri della Galilea oppure oggetti costruiti in legno d'ulivo (il cui processo di lavorazione proviene da una tradizione millenaria tramandata di padre in figlio).

 

 

Altre informazioni utili

 

A seconda di dove siamo diretti e di quale itinerario abbiamo scelto per il nostro viaggio in Israele, possono esserci eventualmente aktre cose che conviene sapere per non incappare in spicevoli inconvenienti anche solo tecnici o apparentemente di poco conto.

 

La presa di corrente in Israele 

 

Le prese di corrente presenti in Israele, ad esempio, sono diverse da quelle europee.

In linea generale, le prese israeliane possono presentare tre o due fori per un voltaggio unicamente corrispondente a 230 V con una frequenza di 50 Hz.

Basterà munirsi di un adattatore per non avere problemi di nessun tipo. Si può stare tranquilli perché qualsiasi tipo di adattatore per prese israeliane non modifica minimamente la tensione o la frequenza della presa, limitandosi ad adattarne soltanto l'ingresso all'interno delle spine.

 

I prelievi ai bancomat 

 

Nel caso in cui si dovesse avere necessità di prelevare denaro contante presso bancomat, sono presenti numerosi sportelli automatici in tutte le maggiori città e accettano carte di credito connesse alle banche principali.

Sono accettate tutte le principali carte di credito e i possessori di carte Visa o Mastercard/Access/Eurocard possono tranquillamente prelevare presso i distributori ATM o presso le banche affiliate.

Se la propria carta è abilitata al circuito internazionale, è possibile prelevare shekel (la moneta in uso in Israele) presso i distributori automatici.